a cura di Mario Ghioldi, Osservatorio sull'Unione europea
In linea con il Green Deal europeo e con il recente Next Generation EU, fortemente incentrato sulla transizione ecologica, lo scorso 24 febbraio la Commissione Europea ha annunciato la nuova “Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici” (The EU Strategy on Adaption to Climate Change)1. Basato sui principi della precedente Strategia adottata nel 2013, il nuovo progetto sposta l’attenzione dalla pianificazione all’implementazione delle misure di adattamento climatico. Le conseguenze del cambiamento climatico, oltre ad avere un forte impatto sulla salute ed il benessere delle popolazioni mondiali ed europee, portano ad un deciso rallentamento della crescita economica dell’Unione Europea (UE), i cui impianti produttivi e finanziari sono già stati messi a dura prova dall’emergenza sanitaria. Secondo il documento strategico, il surriscaldamento globale potrebbe portare ad una perdita annuale del PIL europeo di 1.36%, pari a 170 miliardi di euro2. Inoltre, la Strategia ha sottolineato come il cambiamento climatico abbia portato ulteriori effetti che influenzano indirettamente la vita degli europei, tra essi, il piano strategico pone una particolare attenzione sull’aumento dei flussi migratori e sulle maggiori difficoltà degli scambi commerciali a livello globale e regionale. In tale contesto, la Strategia evidenzia la necessità di adottare ed implementare politiche di adattamento climatico sia a livello locale che nazionale, includendo gli attori pubblici e privati dei vari paesi membri. Difatti, secondo il documento, al fine di costruire una società resiliente al clima, tutte le parti della società hanno il compito di migliorare e condividere la propria conoscenza sugli impatti del cambiamento climatico e le conseguenti soluzioni di adattamento. In questo ambito, la Strategia dovrebbe seguire quattro macro-obiettivi: l’adattamento climatico deve essere capace e intelligente (smarter), rapido (swifter), più sistematico (more systemic) e deve essere in grado d’intensificare l’azione internazionale sull’adattamento ai cambiamenti climatici3. Al fine di conseguire un adattamento efficace, la Strategia invita i policy makers ad adottare politiche che stimolino ed incentivino ricerche sull’adeguamento climatico con l’obiettivo di raccogliere maggiori dati sui rischi, le perdite e le conseguenze legate alle mutazioni climatiche. All’interno di tale contesto, rientra anche il miglioramento della piattaforma europea Climate-ADAPT. Difatti, tale strumento digitale, nato attraverso la partnership tra la Commissione Europea e l’Agenzia europea dell’Ambiente (AEA), nel corso degli anni è diventato un importante mezzo per attori pubblici e privati nel condividere dati ed informazioni inerenti all’adattamento al cambiamento climatico. Il secondo obiettivo riguarda la rapidità di azione da parte degli attori pubblici e privati al fine di adottare misure e soluzioni per l’adattamento climatico. Oltre a ridurre i rischi legati al cambiamento climatico (come ad esempio quelli riguardanti i disastri naturali), lo scopo di tali provvedimenti è quello di aumentare la protezione degli ecosistemi presenti nell’Unione Europea. In particolare, tra i vari elementi, la Strategia sottolinea l’importanza di proteggere e salvaguardare le acque dolci del continente europeo. Un punto cardine della Strategia riguarda il terzo obiettivo, il quale segna una sostanziale differenza con il piano precedente in quanto evidenzia l’importanza dell’implementazione ad ogni livello di governance delle politiche e misure di adattamento climatico adottate dagli attori pubblici e privati. A riguardo, il documento strategico sottolinea come ci siano le seguenti priorità trasversali:
Infine, la Strategia dev’essere in grado di coordinare ed intensificare le varie azioni internazionali sull’adattamento ai cambiamenti climatici. A riguardo, l’UE aumenterà il supporto alla resilienza climatica internazionale facilitando la fornitura di risorse, gli scambi commerciali ed incentivando la finanza internazionale ad allocare le proprie risorse per le politiche, le misure ed i progetti inerenti all’adattamento ai cambiamenti climatici. La Strategia è stata accolta in maniera positiva dagli stati membri ed è stata fortemente sponsorizzata dal Vicepresidente della Commissione e Commissario europeo per il clima Frans Timmermans. Difatti, secondo l’olandese, di fronte ad un cambiamento climatico irreversibile, i cui effetti si fanno già sentire all’interno ed all’esterno dell’Unione Europea, la nuova Strategia è un utile strumento per preparare i governi europei alle future sfide portate da nuovi contesti ambientali. Timmermans inoltre sostiene che solamente attraverso una preparazione dettagliata e coordinata, come suggerito dalla stessa Strategia, il continente europeo avrà la possibilità di costruire un futuro resiliente ai cambiamenti climatici4. Proprio queste motivazioni e necessità, che uniscono i governi di diverso colore e credo politico degli stati membri, dovrebbero portare all’approvazione della Strategia che verrà discussa dalla Commissione con i vari paesi nel prossimo giugno durante il prossimo Consiglio “Ambiente”, il quale è responsabile della politica ambientale dell’UE, compresa la protezione dell’ecosistema e l’uso prudente e sostenibile delle risorse. Attraverso l’approvazione della Strategia, l’Unione Europea entra in una nuova dimensione. Adottando il documento infatti, sia la Commissione che i governi degli stati membri riconoscono come le conseguenze derivate dal cambiamento climatico siano irreversibili o difficilmente modificabili. Di conseguenza, la stessa Unione cambia la propria prospettiva, non focalizzandosi solamente sulla lotta al cambiamento climatico ma riconoscendo come questo processo sia ormai incontrastabile e possa essere solamente mitigato attraverso politiche di adattamento. In questo contesto, il richiamo alla partecipazione degli attori locali, sia di carattere pubblico che privato, assume un ulteriore significato. Infatti, di fronte alla consapevolezza dell’irreversibilità del cambiamento climatico, la Strategia inclusiva della Commissione Europea sembra invitare i decisori politici di tutti livelli ad acquisire una maggiore cognizione di come le conseguenze derivate dalle mutazioni degli ecosistemi non siano delle nozioni astratte ma stiano già portando dei cambiamenti rilevanti all’interno delle società europee. In tale contesto, solo misure intelligenti, rapide, sistematiche e soprattutto coordinate tra i differenti livelli decisionali potranno essere efficaci per la sfida all’adattamento climatico, la quale è ormai diventata una realtà con cui tutti noi dobbiamo avere la consapevolezza di dover convivere ed interagire.
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