A cura di Federica Racioppi Le Lianghui sono le cosiddette “due sessioni” parallele della Cina, ovvero i due più grandi ed importanti incontri politici che si tengono in Cina ogni anno: la Conferenza politica consultiva del popolo cinese (CPPCC) e l’ Assemblea nazionale del popolo (NPC). Solitamente si tengono a marzo, durano circa due settimane e seguono un rituale prestabilito che prevede l’approvazione delle proposte già discusse nei mesi precedenti dal Partito comunista cinese. La Conferenza politica consultiva del popolo cinese è l’organizzazione incaricata di rappresentare i vari partiti politici della Repubblica Popolare sotto la direzione del Partito Comunista Cinese (Pcc), è composta da circa 2100 delegati: i membri degli 8 partiti democratici cinesi, delle minoranze etniche e di associazioni di categoria, i rappresentanti di Hong Kong, Macao e Taiwan e dei professionisti che si sono contraddistinti per particolari qualità. I membri della CPPCC discutono le bozze delle proposte che passeranno al vaglio del governo e consigliano le misure da adottare per perseguire al meglio gli obiettivi del Paese. L’Assemblea nazionale del popolo cinese, invece, è costituita da 2.957 deputati eletti a suffragio indiretto e rappresenta la più alta istituzione statale della RPC. La NPC è l’unico organo dotato di potere legislativo, può eleggere e rimuovere i principali dirigenti dello stato, approvare le leggi e i piani di sviluppo economico già decisi dalla leadership, decidere l’andamento delle relazioni con gli altri Stati e controllare che la Costituzione venga rispettata ed applicata. Durante la NPC, inoltre, vengono analizzati i risultati ottenuti dal governo durante l’anno precedente e si stabiliscono gli obiettivi da perseguire seguendo sempre le direttive dettate dal Partito comunista cinese. A causa delle restrizioni dovute alla pandemia COVID-19, le “due sessioni” sono iniziate il 22 maggio con circa due mesi di ritardo e sono durate una settimana anziché due. L’incontro è stato presieduto da Li Zhanshu, il Presidente del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo ed ha visto la partecipazione di un numero molto esiguo di giornalisti. L’avvio dei lavori politici è stato un chiaro messaggio per il mondo: la Cina non si è fermata e, nonostante la grave crisi scaturita dal Coronavirus, il governo è stato in grado di adottare repentinamente delle misure restrittive in grado di minimizzare l’impatto del virus. Sebbene il Presidente Xi Jinping prosegua con determinazione il cammino verso il raggiungimento del Zhongguo meng (il “sogno cinese”) e dei due obiettivi centenari, gli effetti del COVID-19 però sono lapalissiani. I temi sui quali il governo si è concentrato maggiormente sono stati tre: economia, politica estera e welfare. Per quanto concerne l’economia del Paese, questo anno, per la prima volta dopo i fatti di Tiananmen del 1989, Pechino non ha fissato un target di crescita annuale. La causa principale è da ricollegare all’impatto che il COVID-19 ha avuto sia sull’economia cinese durante il primo trimestre dell’anno sia sull’economia globale in questo momento. Il Premier Li ha giustificato questa scelta affermando che quest’anno è necessario dare priorità alla stabilizzazione dell’impiego e alla tutela degli standard di vita, alla vittoria della battaglia contro la povertà e al conseguimento dell’obiettivo di edificare una società moderatamente prospera in tutti i suoi aspetti entro il 2021. Come dichiarato dal National Bureau of Statistics cinese, il Paese sta subendo oggi la prima flessione economica dalla fine della rivoluzione culturale avvenuta negli anni ’70 e questa non le permetterà di raggiungere, così come era previsto, il raddoppio del PIL del 2010. Inoltre, il tasso di disoccupazione sempre più alto e gli sgomberi di milioni di mingong (i lavoratori migranti) stanno mettendo a dura prova la stabilità del Paese e la legittimità del PCC che si ritrovava a fronteggiare sfide importanti già prima della pandemia a causa dell’accumulazione del debito e della guerra commerciale e tecnologica con gli USA. Un altro fondamentale aspetto dell’appuntamento delle due sessioni del 2020 è stato il disegno di legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong che il governo cinese ha presentato durante l’Assemblea in seguito ad un anno turbolento che ha visto scendere oltre un milione di persone tra le strade dell’ ex colonia britannica per protestare a favore della democrazia e di maggiore autonomia. Con 2878 voti favorevoli, 6 astenuti e 1 contrario, lo scorso 28 maggio l’ Assemblea Nazionale del Popolo ha approvato la risoluzione che autorizza il comitato permanente del NPC a lavorare sulla legge, minando il principio "un paese, due sistemi" che dovrebbe restare in vigore fino al 2047, anno in cui è previsto la riunificazione della Cina e il controllo totale di Pechino sulla provincia autonoma . In virtù di quanto definito dalla risoluzione, saranno “impediti, fermati e puniti tutti gli atti che mettono in pericolo la sicurezza internazionale , quali il separatismo, la sovvenzione del potere dello Stato, il terrorismo (…) o attività di forze straniere che interferiscono negli affari di HK”. In questo contesto si è inserita anche l’approvazione del primo Codice civile cinese che comprende 1.260 articoli e che entrerà ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2021. Il nuovo Codice civile, oltre alle disposizioni generali, si compone di sei libri relativi ai diritti reali, i contratti, i diritti della personalità, il matrimonio e la famiglia, le successioni e la responsabilità civile. Sebbene sia semplicemente il risultato di un mix sistematizzato di norme già in vigore e nuove, l’adozione del Codice Civile e di un embrionale “codice per la privacy” del popolo cinese rappresenta una importante novità all’interno della Repubblica Popolare Cinese e un grande successo politico per la leadership del Presidente Xi. Le Lianghui 2020 si sono concluse con il discorso del Premier Li Keqiang che esorta gli USA a cooperare e a concentrare i propri sforzi sull’espansione degli interessi comuni e sulla gestione delle diversità : “Se la Cina e gli USA restano contrapposti verranno danneggiati entrambe le parti, noi abbiamo sempre respinto la mentalità della Guerra Fredda”. Le sue parole hanno un peso importante sia nei confronti della comunità internazionale che all’interno del PCC. Inoltre, il Governo ha immesso dei “pacchetti di stimoli interni” per piccole e medie imprese e ha investito più di 110 miliardi in trasporti e infrastrutture, ha diminuito la percentuale di crescita delle spese militari, ha stanziato oltre 20 miliardi di dollari per elevare il tenore di vita dei cittadini cinesi e ha allentato le regole dell’ hukou. Bibliografia
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