a cura di Ilaria Santini Nel 2017 la Cina ha prodotto 9.2 miliardi di tonnellate di CO2, il 46% proveniente dalla produzione di energia e calore, anche se si registra una riduzione dal 1990, con un trend in continuo miglioramento. Nel settore energetico ci sono numerose tecnologie che possono essere utilizzate per ridurre le emissioni di CO2 e mantenere una fornitura di elettricità comunque stabile ed a prezzi convenienti: l’energia solare fotovoltaica, gli impianti di energia eolica, lo stoccaggio di energia e la tecnologia a vuoto. Nel 2019 la Cina ha generato 224.43 TWh di elettricità solare, nove volte quella prodotta nel 2014, evitando 69 milioni di tonnellate di CO2, mentre la produzione di 405,7 TWh di energia eolica ha impedito l’emissione di 124 milioni di tonnellate di carbonio. Pechino sostiene l’importanza delle “green technologies” per lo sviluppo sostenibile, la strategia “Made in China 2025” si pone l’obiettivo di liberare la Cina dalla sua dipendenza dalle importazioni internazionali di tecnologie e migliorare quindi la capacità industriale, la qualità dei prodotti e incentivare l’innovazione in molti settori, tra questi il campo delle tecnologie avanzate, del risparmio energetico e delle energie alternative. I governi ad ogni livello in Cina finanziano e promuovono progetti per lo sviluppo delle “green technologies”, stabilendo aggiornamenti delle tecnologie sostenibili per le aziende, per gli istituti di ricerca e gli investitori. Alibaba è uno dei colossi del settore tech cinese promotori della tecnologia verde, la sua sussidiaria, Ant Financial, è co-fondatrice della “Green Digital Financial Alliance” cinese, un’alleanza che utilizza le tecnologie e le innovazioni digitali per incrementare i finanziamenti per lo sviluppo sostenibile a livello nazionale e internazionale. Ant Financial, fondata nel 2014 e originata da Alipay, ha lanciato l’applicazione “Ant Forest”, che monitora l’impronta del rilascio di carbonio degli iscritti all’app attraverso i dati delle loro transizioni finanziarie e ha creato un’esperienza social che permette agli utenti di confrontare la portata delle loro emissioni di carbonio sui social network; questo sistema nel febbraio del 2017 ha registrato un risparmio di 150 mila tonnellate di CO2. Per contribuire ad una maggiore sostenibilità, Alibaba è riscorsa anche all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del cloud computing, “Alibaba Cloud Intelligence Brain”, che sfrutta degli algoritmi per monitorare l’inquinamento, traccia l’impatto ambientale dei rifiuti delle aziende e monitora il trasporto di materiali pericolosi in tempo reale. Le aziende private, più di quelle statali, sono le protagoniste del settore delle risorse rinnovabili, come GEM, il più grande riciclatore di batterie e rifiuti, che ha prodotto più di 3 mila tonnellate di cobalto da batterie riciclate all’anno; tuttavia solo il 10% delle batterie viene raccolto da centri di riciclaggio come GEM. Mentre Gree Electric Appliances, uno dei principali produttori di elettrodomestici in Cina, ricicla gli elettrodomestici usati in centri operativi e promuove l’uso dei condizionatori inverter ad alta efficienza energetica e più rispettosi dell’ambiente. Nel 2019 la Cina deteneva il maggior numero di brevetti a livello mondiale nei settori del riciclaggio, acqua e trattamento dei rifiuti. Tuttavia, nonostante i traguardi raggiunti, l’efficienza della ricerca cinese nel campo delle tecnologie rinnovabili, in particolare in riferimento a quella eolica, è ancora inferiore rispetto a quella dei paesi OCSE, in quanto ancora alla ricerca di un equilibrio tra la necessità di progresso delle “green technologies” e il timore di minacciare la base industriale esistente, fortemente inquinante, ma anche mezzo di sussistenza di milioni di cinesi. Inoltre, lo spostamento delle industrie inquinanti dalle regioni settentrionali e costiere a quelle più interne, al fine di eludere i controlli internazionali, è un ulteriore prova che il processo di ecologizzazione industriale cinese ha ancora una lunga strada da percorrere.
|
|