a cura di Angela Centurione Il 23 agosto, in concomitanza con il tour della vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris nel Sud-Est asiatico, l’amministrazione Biden e il governo di Singapore hanno firmato tre memorandum d’intesa sulla sicurezza cibernetica. Il primo memorandum si pone l’obiettivo di migliorare la partnership tra l'Agenzia per la Sicurezza Informatica di Singapore e la sua controparte statunitense; il secondo memorandum, stipulato tra l'Autorità Monetaria di Singapore e il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, ha il compito rendere i rispettivi settori finanziari più preparati e resistenti gli attacchi informatici, facilitando la condivisione delle informazioni sulle minacce ai mercati finanziari; il terzo memorandum, infine, mira a istituzionalizzare la cooperazione informatica tra il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e il Ministero della Difesa di Singapore. Come affermato dal direttore del CISA (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) Jen Easterly, la sicurezza del cyberspazio è diventata un elemento chiave per entrambi i paesi, e sia Stati Uniti che Singapore mirano a collaborare per sfruttare insieme i vantaggi della digitalizzazione. I tre memorandum sono da interpretare come un riflesso della crescente importanza degli attacchi informatici nei rapporti geopolitici. A causa delle potenti capacità offensive e difensive del cyberspazio, numerosi stati della comunità internazionale hanno iniziato a incrementare e rafforzare la propria capacità di difesa informatica, portando sulla scena mondiale una corsa tecnologica che sembra quasi ricordare la Guerra Fredda. Per gli Stati Uniti, questi accordi non solo permettono di cooperare con un partner che gioca un ruolo chiave nel continente asiatico, ma rappresentano anche un altro tassello da inserire nel più ampio piano strategico di Washington, volto a tener testa alla Cina nel dominio cibernetico. I rapporti tra le due potenze sono infatti segnati da tensioni crescenti, allargatesi dal campo politico, economico e militare fino ad includere l’ambiente cyber: sia Washington che Pechino hanno identificato il cyberspazio come critico per la loro sicurezza nazionale, ed entrambi vedono l’altro come il principale impedimento al perseguimento dei propri interessi. Nonostante gli Stati Uniti rimangano la potenza leader nello spazio cibernetico – come affermato in un rapporto di giugno 2021 dell'Istituto internazionale di studi strategici (IISS) – hanno assunto nel corso del tempo un atteggiamento nei confronti della Cina sempre più bellicoso. Il caso più recente che ha visto una escalation nelle tensioni tra le due potenze è stato, nel gennaio 2021, l’attacco cyber ai server di Microsoft Exchange, un software molto diffuso per la gestione dei server aziendali che favorisce la collaborazione tra i vari utenti di un'organizzazione. Microsoft ha puntato il dito contro un gruppo hacker chiamato Hafnium, proveniente dalla Cina e noto per essere affiliato al Partito Comunista Cinese. Anche l’amministrazione Biden ha immediatamente preso posizione contro il governo di Pechino, accusandolo di una campagna globale di cyber-spionaggio e raccogliendo una coalizione ampia comprendente NATO, Unione europea, Australia, Gran Bretagna, Canada, Giappone e Nuova Zelanda. La Cina ha definito le accuse infondate e irresponsabili, e ha negato, così come ha fatto altre numerose volte, di portare avanti attacchi informatici contro gli Stati Uniti e le sue infrastrutture. Prova ulteriore di quanto i rapporti tra le due potenze siano alle strette, è stato il recente annuncio da parte della CIA (Central Intelligence Agency) della messa a punto di un “Mission Center for China”: una task force che ha la priorità, come affermato dal direttore William Burns, di sollevare l’attenzione sulla Repubblica Popolare Cinese e, in particolare, sulle sue attività in ambito cyber. L’implementazione della missione andrebbe a rafforzare l’expertise non solo delle competenze linguistiche, andando ad aumentare il numero di agenti americani che parlano mandarino, ma soprattutto di quelle tecnologiche. Burns ha annunciato la volontà di schierare specialisti della Cina in località di tutto il mondo, aggiungendo che lo spionaggio all’estero viene reso sempre più difficile della sorveglianza tecnica onnipresente e dalle capacità molto avanzate dei servizi segreti cinesi. Nel 2017 il New York Times ha infatti riferito che il governo cinese ha sistematicamente smantellato le operazioni di spionaggio della CIA in Cina a partire dal 2010. Nel 2020, un rapporto dell’House Intelligence Committee ha concluso che le agenzie di spionaggio degli Stati Uniti non sono riuscite a soddisfare le sfide sfaccettate poste dalla Cina e sono state eccessivamente concentrate su obiettivi tradizionali come il terrorismo o le minacce militari convenzionali. Anche se il cyberspazio rappresenta un aspetto relativamente nuovo delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, le controversie all'interno di questo dominio si sono rapidamente evolute in questioni conflittuali agli occhi di entrambe le parti, intensificando le già presenti tensioni tra i due paesi. Tuttavia, quando si tratta delle due più grandi potenze del mondo, la domanda da porsi è se ci sia spazio per la collaborazione all'interno del regno cibernetico. Se da una parte negli ultimi anni si è assistito a tentativi di conciliazione tra i due paesi – come l’US-China Cyber Agreement del 2015 – dall’altra parte è da notare come entrambe le potenze abbiano aumentato i loro investimenti in capacità militari cibernetiche e adottato strategie cibernetiche sempre più aggressive. Per evitare l’intensificarsi di un conflitto internazionale nel cyberspazio – in cui i paesi di tutto il mondo si potranno vedere costretti a scegliere da che parte stare – saranno necessari da entrambe le potenze sforzi di collaborazione per il raggiungimento di una governance globale del nuovo panorama tecnologico. Comprendere i fattori alla base delle tensioni, le preoccupazioni di entrambe le parti, e il modo in cui questi problemi si combinano nella corsa per la conquista del cyberspazio, sarà fondamentale per costruire il futuro del mondo digitale.
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