A cura di Simone Biggio, Osservatorio sull'Unione europea
Nell’ultimo ventennio il cambiamento climatico ha intensificato lo scioglimento dei ghiacci dell’Oceano Artico, creando nuove opportunità di sviluppo per gli Stati Artici. Il disgelo delle acque artiche ha favorito l’apertura di nuove rotte marittime che, nei prossimi anni, potrebbero veicolare i flussi del commercio globale. Tra queste rotte commerciali la Rotta del Mare del Nord (NSR) è quella più interessante dal punto di vista dell’Unione Europea. Infatti, la NSR permette di risparmiare alle navi cargo che viaggiano tra Europa ed Asia dai 10 ai 15 giorni di navigazione, rispetto alla tradizionale rotta di Suez, passando lungo la costa artica della Russia[1]. Le Potenzialità dell’Artico L’apertura di questa rotta commerciale marittima assume un’importantissima connotazione strategica non solo perché permette di accorciare i tempi di navigazione, ma anche per via dei ricchissimi giacimenti di idrocarburi ancora inutilizzati presenti nei fondali dell’Artico. Secondo la revisione dello US Geological Survey del 2008, la quantità di risorse energetiche presenti nel fondale oceanico dell’Artico ammonta approssimativamente a 90 miliardi di barili di petrolio, 1700 bilioni di piedi cubici di gas naturale e 44 miliardi di barili di GNL, che corrispondono al 13% dei giacimenti di petrolio e al 30% delle riserve di gas naturale mondiali[2]. La stragrande maggioranza di queste risorse si trova sotto la giurisdizione della Russia, all’interno della sua zona economica esclusiva, definita dall’art. 5 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare[3]. Attraverso il controllo della rotta e lo sfruttamento delle risorse naturali, la Russia mira ad aumentare la sua influenza a livello internazionale con l’intento di ottenere nuovamente lo status di great power, perduto dopo la fine della Guerra Fredda. L’Alleanza Sino-Russa Nel gennaio 2018 la Repubblica Popolare Cinese ha annunciato per la prima volta la sua politica artica all’interno di un White Paper, in cui si evidenzia la volontà della Cina di investire nello sfruttamento delle risorse energetiche dell’Artico e nell’utilizzo della Rotta del Mare del Nord, ribattezzata Polar Silk Road[4]. Per questo motivo Russia e Cina hanno iniziato una stretta collaborazione economica, che permette alla Russia di sopperire alle sanzioni economiche, imposte dall’Occidente in seguito alla Guerra di Crimea, e alla Cina di avere un ruolo privilegiato nello sviluppo e nell’utilizzo della rotta per soddisfare la necessità economica di una diversificazione dell’importazione di energia[5]. Se l’alleanza sino-russa dovesse consolidarsi nel tempo potrebbe costituire una minaccia per la stabilità politica ed economica della vicina Unione Europea e più in generale dell’Occidente. Attualmente, gli investitori cinesi stanno cercando di siglare accordi bilaterali sia con gli Stati Artici membri dell’Unione Europea, sia con quelli all’interno dello Spazio Economico Europeo (Islanda e Norvegia), per la costruzione di infrastrutture navali preposte allo sviluppo della rotta. Il piano della Cina è quello di stabilire nuove rotte commerciali, sia marittime che terrestri, in modo da svincolarsi dalla dipendenza economica della rotta commerciale passante per gli stretti di Suez e Malacca, dove la forte presenza militare statunitense influenza le mosse strategiche di Pechino. La Politica Artica Europea e il Ruolo dell’Unione Europea L’attuale politica artica dell’Unione Europea risale al 2016 ed è illustrata nella Comunicazione Congiunta della Commissione intitolata: “Politica Europea Integrata per l’Artico”[6]. All’interno del documento lo svolgimento di un ruolo di primo piano nella regione artica costituisce un interesse strategico per l’Unione Europea, motivato non solo dai legami con gli Stati Europei facenti parte del Consiglio Artico (Danimarca, Svezia, Finlandia, Norvegia e Islanda), ma anche da una serie di attività che l’UE conduce in diversi campi, da quello energetico a quello della ricerca e delle osservazioni spaziali, nonché dalle politiche adottate in settori come la pesca e i trasporti, che hanno un impatto sugli sviluppi economici nella regione[7]. La politica artica dell’Unione Europea riprende la Strategia Globale Europea del 2016 ed è incentrata su tre priorità: la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela dell'ambiente artico; la promozione dello sviluppo sostenibile nell'Artico in collaborazione con i suoi abitanti e il rafforzamento della cooperazione internazionale sulle questioni riguardanti la regione artica, riaffermando l'importanza del Consiglio artico. Nel dicembre 2019 il Consiglio ha invitato la Commissione e l'Alto Rappresentante a proseguire l'attuazione della politica dell'UE per l'Artico e ad avviare nel contempo un processo volto ad aggiornarla. Di conseguenza, il 20 luglio 2020 la Commissione ha avviato una consultazione pubblica che si è conclusa nel novembre 2020. Il 26 gennaio 2021 la Commissione europea e il Servizio Europeo per l'Azione Esterna hanno pubblicato la sintesi dei risultati della consultazione ha confermato la continua rilevanza di tre priorità: lotta ai cambiamenti climatici e protezione dell'ambiente, promozione dello sviluppo sostenibile e rafforzamento della cooperazione internazionale. Inoltre, secondo i contributori, l'Unione Europea dovrebbe: assumere una strategia di lungo periodo volta a scoraggiare qualsiasi pratica non sostenibile dal punto di vista ambientale; stabilire un legame più forte tra il Green Deal Europeo e la politica artica aggiornata per realizzare lo sviluppo sostenibile dell'Artico e, infine, mantenere la scienza e la ricerca al centro delle politiche artiche. Alla luce di questa consultazione, la Commissione europea e il SEAE riesamineranno il ruolo dell'UE negli affari artici e aggiorneranno la comunicazione congiunta del 2016 su una politica integrata dell'Unione europea per l'Artico entro la fine del 2021[8]. L’orientamento della politica artica europea sembra escludere la possibilità che l’Unione Europea possa partecipare allo sviluppo della Rotta del Mare del Nord, perlomeno non allo stato attuale. Infatti, un avvicinamento con Mosca risulta ormai assai improbabile visto il crescente inasprimento dei rapporti con l’Unione Europea. Una distensione con la Russia costituirebbe un corrispettivo allontanamento dell’Unione Europea dagli Stati Uniti, che condividono con gli Europei una storica alleanza militare e i valori della democrazia, rafforzati dalla recente elezione di Joe Biden alla Presidenza degli Stati Uniti, che ha riacceso la speranza di una rinnovata alleanza con l’Unione Europea. Inoltre, la profonda divergenza tra Russia ed Unione Europea su alcune tematiche fondamentali come la questione climatica e la tutela dei diritti degli indigeni non costituisce un terreno fertile per una collaborazione sullo sviluppo della rotta. Un impegno politico ed economico da parte dell’Unione Europea sullo sviluppo di una rotta commerciale, basata sullo sfruttamento di combustibili fossili, striderebbe con il Green Deal Europeo appena inaugurato dalla nuova Commissione guidata da Ursula Von der Leyen e su cui si basa il Quadro Finanziario Pluriennale (MFF) 2021-2027. [1] SRM-Italian Research Center for Economic Studies (2020), The Arctic Route: Climate Change Impact, Maritime and Economic Scenario, Geo-Strategic Analysis and Perspectives, Napoli, p. 10-12. [2] United State Geological Survey (2008), Circum-Arctic Resource Appraisal: Estimates of Undiscovered Oil and Gas North of the Arctic Circle. [3] ONU (1982), Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, Giamaica, art.5. [4] The State Council Information Office of People’s Republic of China (2018), China’s Arctic Policy, Beijing. [5] Hossain K. (2019), China’s Bri Expansion And Great Power Ambition: The Silk Road On The Ice Connecting The Arctic, Cambridge Journal of Eurasian Studies, London, p.7. [6] European Commission (2016), An integrated European Union policy for the Arctic, Brussels. [7] Cesca E. (2016), Una politica europea integrata per l’Artico, Affari Internazionali, www.affarinternazionali.it/2016/08/una-politica-europea-integrata-per-lartico/ [8] EU Commission and EEAS (2021), Summary of the results of the public consultation on the EU Arctic policy, Brussels. |
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