Alessio Corsato, Osservatorio sull'Unione europea
Sei anni dopo il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea (UE) del 23 giugno 2016, lo scorso 29 aprile il Consiglio dell’UE ha adottato la Decisione 5022/3/21 con cui si è conclusa definitivamente la separazione tra le due parti [1]. La Decisione ha seguito la ratifica da parte del Parlamento Europeo di due trattati: l’Accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione tra l’UE e il Regno Unito, deliberata due giorni prima con 660 voti favorevoli, 5 contrari e 32 astensioni, con la quale si è scongiurato lo scenario del no deal, e l’Accordo sulle procedure di sicurezza per lo scambio e la protezione di informazioni classificate. L’Accordo commerciale, raggiunto in extremis il 24 dicembre 2020 dalle delegazioni guidate da Michel Barnier per l’UE e da David Frost per il Regno Unito, una volta ratificato dal Parlamento britannico e firmato da Charles Michel a nome del Consiglio e da Ursula Von der Leyen a nome della Commissione il 30 dicembre, era entrato in vigore provvisoriamente il 1 gennaio 2021. Tuttavia, vista l’imminente scadenza del periodo provvisorio, il 30 aprile 2021, gli scontri in Irlanda del Nord e, soprattutto, l’avvio di una procedura di infrazione contro il Regno Unito il 15 marzo [2], la seconda nell’arco di sei mesi, avevano fatto temere il peggio. Procediamo con ordine. Per cominciare, l’accordo commerciale ha un’importanza fondamentale perché rappresenta il pilastro delle future relazioni tra l’UE e il Regno Unito. Tratta numerosi aspetti, alcuni molto cari alla sovranità britannica recentemente riacquistata, ma il corpus dell’opera è incentrato indubbiamente sull’istituzione di un’area di libero scambio [3]. Molto sinteticamente, con l’Accordo vengono aboliti i dazi e le quote all’importazione per quei beni la cui origine, che dovrà essere certificata, è riconducibile a un paese europeo o al Regno Unito. Tuttavia, nonostante il riconoscimento della figura dei c.d. Authorised Economic Operators, il commercio risentirà sicuramente dei rallentamenti dovuti all’installazione delle dogane ai confini. Considerando l’elevato interscambio commerciale tra il blocco europeo e il Regno Unito - quest’ultimo è infatti il terzo partner commerciale dopo Stati Uniti e Cina per l’UE [4], mentre l’UE risulta essere il primo partner per il Regno Unito [5] – un eventuale scenario senza accordo sarebbe stato disastroso per i produttori e i consumatori poiché si sarebbero applicate le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Ad esempio, certe tipologie di carne e latticini avrebbero visto applicarsi dazi del 40%, mentre il pesce in scatola del 25% e le automobili del 10% [6]. Per questo la ratifica del Parlamento Europeo del 27 aprile scorso è stata seguita con grande attenzione, soprattutto, come già anticipato, alla luce di due eventi strettamente correlati che trovano la loro origine nell’ottobre 2019, quando il Primo Ministro Boris Johnson accettò l’inserimento del Protocollo per l’Irlanda del Nord nell’Accordo di recesso dall’UE. Onde evitare la reintroduzione di un confine fisico tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord, rimosso nel 1998 a seguito dell’Accordo del Venerdì Santo, che pose fine al lungo conflitto interetnico nordirlandese, il Protocollo prevede la creazione di una frontiera interna al Regno Unito, precisamente nel Mare d’Irlanda, tra l’Irlanda del Nord e il resto del Regno. La peculiarità del Protocollo è quella di assegnare all’Irlanda del Nord uno status speciale. Infatti, essa rimarrà parte del Mercato Unico Europeo e sarà soggetta alle regole europee in materia commerciale, ad esempio riguardo i sussidi statali [7]. Il Protocollo si è rivelato uno degli elementi più spinosi da negoziare lungo tutto il processo ed è rimasto molto controverso e contestato dai conservatori, soprattutto da parte degli “unionisti”, che ne chiedono l’abolizione [8]. Ritornando agli ultimi avvenimenti, gli scontri della prima metà di aprile tra i manifestanti e le forze dell’ordine in diverse città dell’Irlanda del Nord, inizialmente considerati come risposta alla decisione della polizia di non avviare un’indagine sulla presunta violazione delle misure governative anti-Covid contro gli oltre 2000 partecipanti al funerale del repubblicano Bobby Storey del giugno 2020, tra cui 24 politici del Sinn Féin, sarebbero direttamente riconducibili agli sviluppi della Brexit e la separazione dal Regno Unito[9]. Inoltre, la decisione dell’UE di avviare una procedura di infrazione contro il Regno Unito è stata presa in risposta a quanto dichiarato dal Governo britannico a metà marzo, e cioè l’intenzione di prorogare unilateralmente fino al 1° ottobre il periodo di grazia per l’implementazione delle dogane con l’Irlanda del Nord. Questo periodo era stato accordato inizialmente fino al 1° aprile per dare tempo agli operatori economici di prepararsi [10], e riguarda solo alcune tipologie di importazioni, quali i rifornimenti per i supermercati e le consegne dei pacchi [11], mentre per altre, come il commercio di animali vivi, piante e cibo considerato ad alto rischio – regolato dai requisiti Sanitari e fitosanitari (SPS) – sarà necessario aspettare il 2022 [12]. Per la seconda volta da ottobre, Bruxelles in una lettera ha accusato Londra di aver violato il principio di buona fede, rischiando di compromettere l’equilibrio irlandese raggiunto con l’Accordo del Venerdì Santo. Nel primo caso fu una proposta di legge conosciuta come “Internal Market Bill” a far avviare a Bruxelles un’azione legale, poiché essa avrebbe apertamente violato il diritto internazionale. Mentre è in corso la valutazione da parte della Commissione della risposta del governo britannico alla lettera, ricevuta il 14 maggio [13], la situazione rimane molto delicata. Gli scontri nordirlandesi hanno dimostrato da una parte l’esistenza di una crescente tensione sociale, e dall’altra, ancora una volta, le crescenti difficolta nel mettere in pratica la Brexit. Ad esse si aggiungono le speculazioni sul futuro della Scozia, in cui il “remain” nel 2016 prevalse con il 62% contro il 46,6% nazionale, nonché riguardo una possibile riunificazione dell’Irlanda, sulla quale gli ultimi sondaggi registrano una maggioranza storica [14]. Le recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento scozzese possono essere un vero turning point sulla futura permanenza della Scozia nel Regno Unito, in quanto la coalizione di maggioranza, apertamente indipendentista, composta dal Partito Nazionale Scozzese e i Verdi ha ottenuto 72 seggi su 129, e il suo leader, Nicola Sturgeon, è pronta ad avviare un secondo referendum dopo quello del 2014 [15]. Il Regno Unito rischia così di disgregarsi tra pressioni interne ed esterne, ed è importante tenere a mente come queste nuove realtà e i problemi che esse comportano sono solo le conseguenze della scelta del popolo britannico di uscire dall’UE. Quest’ultima rimane pronta ad utilizzare tutti gli strumenti in suo possesso per far rispettare l’Accordo, tra cui la possibilità di reintrodurre unilateralmente misure commerciali (se necessario) [16], tuttavia, secondo Michel Barnier è altresì importante che la vicenda Brexit sia un monito per l’Unione, ossia che impari la lezione nel comprendere le esigenze e i sentimenti popolari [17]. [1] Consiglio dell’Unione Europea, Decisione 5022/3/21, 28 aprile 2021. https://bit.ly/2SFdc2q [2] Commissione Europea, Comunicato stampa. Lettera di costituzione in mora al Regno Unito, 15 marzo 2021. https://bit.ly/3h8KPUp [3] Commissione Europea, L’accordo sugli scambi e la cooperazione tra l’UE e il Regno Unito. https://bit.ly/3xNN8SR [4] Parlamento Europeo, Note sintetiche sull’Unione Europea, ottobre 2020. https://bit.ly/2RyENlc [5] globalEDGE, United Kingdom: Trade Statistics. Data di consultazione 11 maggio 2021. https://bit.ly/33ql7CF [6] Commissione Europea, EU-UK Trade and Cooperation Agreement, Dicembre 2020. https://bit.ly/3f4K0Jy [7] Fox, B., “Uncertain” Brexit deal could see UK bound by EU subsidies rules, lawmakers warn, EURACTIV, 9 aprile 2021. https://bit.ly/3f1ctQv [8] Ibidem [9] O’Carroll, L., Northern Ireland unrest: why has violence broken out?, The Guardian, 8 aprile 2021. https://bit.ly/3y0hzVY [10] Campbell, J., Brexit: What will happen when EU-GB grace periods expire?, BBC, 10 marzo 2021. https://bbc.in/3tpUad6 [11] O’Leary, N., Brexit: EU takes action against UK over extension of grace period, The Irish Times, 15 marzo 2021. https://bit.ly/2R13RS2 [12] Partridge, J., UK forced to delay checks on imports from EU by six months, The Guardian, 11 marzo 2021. https://bit.ly/3h5Brks [13] RTE, EU mulls 'next steps' as UK responds to Brexit lawsuit, 15 maggio 2021. https://bit.ly/3vta4Fj [14] Jefferson, R., It’s Me, Jack. My United Kingdom Is Fraying, 5 maggio 2021. https://bloom.bg/3uookP4 [15] Brooks, L., Carrell, S., SNP election win: Johnson sets up summit as Sturgeon pledges second referendum, The Guardian, 8 maggio 2021 https://bit.ly/3tFIQJH [16] Zalan, E., EU warns UK of using 'real teeth' in post-Brexit deal, EUobserver, 28 aprile 2021 https://bit.ly/3y3Kuby [17] Ibidem |
|