Un riavvicinamento all’Occidente? Il caso delle relazioni commerciali ucraine con Francia e Giappone21/5/2021
a cura di Italo Durante, Osservatorio sull'Unione europea
Negli ultimi anni, a partire dall’inizio del mandato di Zelensky nel 2019, l’Ucraina si è resa protagonista di un progressivo riavvicinamento alll’Unione Europea e alle entità atlantiche. L’approccio ucraino si concentra sull’aspetto economico, richiedendo uno sforzo sul lungo termine. Per rendere possibile questa inclusione, Kiev ha dovuto vagliare riforme di natura economica e adattare il paese ai flussi del libero mercato internazionale. Questo processo, caratterizzato da un marcato approccio filo-europeista, è stato reso possibile anche grazie agli sforzi della presidenza Poroshenko, precedente a quella dell’attuale presidente Volodimir Zelensky. Il mandato Poroshenko si contraddistinse, infatti, per la firma dell’Accordo di Associazione tra l’Unione Europea e Kiev, entrato in vigore nel 2017. Recentemente si è tenuto il settimo meeting del Consiglio di Associazione tra Bruxelles e Kiev. Proprio in questa occasione, l’Unione ha riaffermato la sua volontà di sostenere l’indipendenza economica e territoriale dell’Ucraina, notando, nonostante le difficoltà e il momento di crisi economica globale, gli sforzi ucraini nell’attuare una concreta riforma economica nel Paese. Si noti che, in occasione del incontro avvenuto l’11 febbraio 2021, proprio Bruxelles ha ribadito la sua intenzione di instaurare rapporti più profondi con l’Ucraina, firmando l’Accordo di Associazione e l’inerente DCFTA come punto di partenza. [1] Le relazioni con l’Unione Europea non sono l’unico segnale di avvicinamento ucraino ai framework occidentali. Dal 2008, infatti, Kiev è un membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, grazie alla quale l’Ucraina ha ampliato esponenzialmente i propri orizzonti economici, sempre al fine di corroborare il processo di indipendenza economica dopo il periodo sovietico. In questo senso, Kiev ha avviato un percorso di potenziamento globale delle proprie azioni commerciali arrivando ad instaurare rapporti di libero scambio bilaterale con Israele e ad intraprendere trattative analoghe con il Giappone. Oltre alla pur centrale questione del profitto economico, è possibile rintracciare in questo approccio una strategia geopolitica votata alla occidentalizzazione dell’Ucraina, ormai esausta della sfera di influenza esercitata dalla Russia e volenterosa di ottenere una possibilità di crescita nazionale come è accaduto per altri Paesi del blocco post-sovietico. Lo dimostra l’accelerazione ucraina sul processo di adesione alla NATO, seppure le relazioni tra le parti siano attive dal 1994. Anche in questo caso, il processo di occidentalizzazione del Paese è graduale e l’ufficializzazione della richiesta di adesione alla NATO arriva soltanto nel 2008. Nell’ultimo anno, anche a causa dell'atteggiamento russo in Crimea e Donbass, Kiev ha cercato di velocizzare il processo di finalizzazione dell’adesione. Francia e Ucraina: la significativa presenza ucraina nel mercato europeo Per analizzare il potenziale ucraino sul mercato europeo, consideriamo gli scambi commerciali tra Kiev e Parigi. Questo permette una visione ad ampio spettro della natura della strategia commerciale ucraina, testata nei suoi rapporti a lungo termine con un Paese europeo economicamente solido come la Francia. L’Unione Europea è il primo partner commerciale per l’Ucraina con il 40% di esportazioni. Viceversa, Kiev è il 18esimo miglior partner commerciale europeo, e rappresenta l’1,1% del commercio totale dell’Unione[2]. L’Ucraina esporta principalmente materie prime di natura chimica, mineraria, siderurgica oltre che agricola. Kiev è quindi protagonista nel settore primario e secondario, come dimostrano le sue relazioni commerciali con Parigi. La Francia rappresenta il quarto partner commerciale europeo per Kiev, per un valore complessivo, nel 2020, di 2,1 miliardi di dollari. La solidità del rapporto commerciale, che non ha duramente sofferto la recessione globale, si fonda proprio sullo scambio di merci per il settore primario e secondario. Parigi esporta verso Kiev principalmente prodotti farmaceutici, autoveicoli e vino. Viceversa, l’Ucraina esporta alti volumi di grano e frutta secca. Tra i prodotti esportati da Parigi, acquisisce notevole rilevanza il settore delle automotive. In territorio ucraino, il Groupe Renault, già ben avviato nell’area regionale grazie all’asse Renault-Dacia, si è ritagliato il 17% del mercato automobilistico nazionale. Sempre nel settore della mobilità, la Francia è risultata essenziale per Kiev nel 2020. Dopo l’annessione russa della Crimea, mai riconosciuta dall’Unione, , l’Ucraina ha visto Mosca appropriarsi di circa il 75% della propria flotta navale. Nel 2020, la Francia è venuta in soccorso del fabbisogno navale ucraino, siglando un accordo di fornitura navale del valore di 136 milioni di Euro[3]. L’importanza dell’asse Kiev-Parigi non si ferma agli scambi commerciali. Infatti, il reale valore cooperativo tra i due Paesi va analizzato dal punto di vista dei fondi diretti di investimento. Ad oggi, 180 aziende francesi hanno affari di natura commerciale in Ucraina. Nel 2020, il valore degli investimenti diretti francesi in Ucraina ha raggiunto il valore di 1,1 miliardi di dollari. La chiave di questa prosperità risiede al momento negli investimenti nel settore primario e in quello informatico, i quali permettono a Kiev di ampliare la propria capacità d’azione nel settore terziario. Kiev e Tokyo: un potenziale accordo che piace a Bruxelles A seguito del recente incontro tra i rappresentanti governativi giapponesi e ucraini è stato ribadito l’interesse reciproco nel continuare le trattative per un accordo di libero scambio. Nello specifico, in data 22 marzo, il Ministro degli Affari Esteri giapponese ha dichiarato la sua intenzione di intrattenere nuovi round di trattative con la controparte ucraina. Come nel caso della Francia, l’Ucraina mantiene già relazioni commerciali con Tokyo per quanto riguarda l’esportazione di materie prime e di beni dallo scarso valore aggiunto. Questa importante occasione commerciale tra Kiev e Tokyo è in linea con gli interessi europei. Nel 2019, Giappone e Unione hanno firmato il memorandum “Il partenariato sulla connettività sostenibile e le infrastrutture di qualità tra l'Unione Europea e il Giappone" con l’obiettivo di prioritizzare gli investimenti atti ad intensificare la connettività tra Asia Centrale, Balcani Occidentali ed Europa Orientale. D’altra parte, il preesistente e vigente Accordo di Associazione tra Bruxelles e Kiev getta ottime basi per il governo giapponese, tradizionalmente cauto. Il patto accelera il processo della riforma economica ucraina, che a sua volta rilancia il fatturato commerciale ucraino e la possibilità di investimenti diretti giapponesi. E’ possibile prevedere un graduale aumento del commercio tra Kiev e Tokyo durante i futuri round di negoziazione, ma sarà difficile vedere investimenti diretti giapponesi sino alla sigla del patto di libero scambio. Ciò non deve essere preso come un atto di sfiducia, bensì si tratta di una pratica in linea con l’approccio commerciale giapponese. Tokyo, infatti, a partire dalla sua rinascita durante il mandato Ikeda, Primo Ministro dal 1960 al 1964, ha promosso gli interessi commerciali interni. Questo ha portato a un forte aumento delle esportazioni, offrendo allo stesso tempo dazi commerciali ridottio del tutto inesistenti per l’importazione di materie prime e beni intermedi; una pratica/approccio che si combina perfettamente con la natura produttiva di Kiev. Questa panoramica delle relazioni commerciali ucraine evidenzia il progredire del riorientamento economico in atto a Kiev. Negli ultimi cinque anni, l’Ucraina si è allontanata progressivamente dalla Russia, proprio partner commerciale storico. Questo processo è avvenuto dopo diversi tentativi russi di bloccare la firma ucraina dell’Accordo di Associazione con l’Unione, facendo leva su pressioni economiche e politiche, oltre che sul fabbisogno ucraino di gas russo. Ora che Kiev è riuscita a ridurre la propria dipendenza dai gasdotti russi, grazie ad una riforma sul gas e ad un asse di scambio creato all’interno dell’Unione Europea, l’Ucraina sembra pronta a finalizzare l’allontanamento economico da Mosca. La stipulazione dell’Accordo rappresenta una possibilità unica per Kiev: entrare nel mercato globale, costruendo una solidità commerciale indipendente, e svilupparsi come paese autonomo, una possibilità negata sin dalla creazione del blocco sovietico. L’avvicinamento all’Unione Europea, infatti, non comporterebbe l’applicazione di una nuova sfera di influenza, come nel caso russo, ma permetterebbe all'Ucraina di prendere in mano il proprio futuro, in ottica ampiamente democratica, e stabilirsi, coadiuvata dal supporto europeo, come una solida forza commerciale nel mercato globale. [1] "EUR-Lex - 22014A0529(01) - EN - EUR-Lex". 2021. Eur-Lex.Europa.Eu. https://bit.ly/2RPJHuh. [2] "Ukraine - Trade - European Commission". 2021. Ec.Europa.Eu. https://ec.europa.eu/trade/policy/countries-and-regions/countries/ukraine/. [3] Natalia Datskevych [Online]. "Trade Between Ukraine, France Remains Robust Despite Crisis | Kyivpost - Ukraine's Global Voice".09-04-2021. Kyivpost. https://bit.ly/3bt8ifc. |
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